1959 - il Fondatore

Giuseppe Vinciguerra

Fondatore dell'Onoranza Funebre a Palermo.


 Nasce come Mastro falegname, costruttore e saldatore di casse in legno e zinco.

Si interessò per la prima volta nell'uso dei carri funebri privati per consentire i trasporti e l'estradizione delle salme al fine di garantire un servizio completo, proponendo commemorazioni (di qualsiasi culto e religione), sempre nel rispetto dei cari estinti e del dolore dei loro familiari.

Ci lascia il giorno 17 Luglio 1999 alle h. 17.00.

Il suo ricordo rimarrà indelebile nel cuore del suo successore e figlio Antonino Vinciguerra, le sue parole cariche d'esperienza di un uomo che si è fatto da solo, rimangono come linee guida per la vita.

Qualificato servizio di onoranze funebri disponibile a Palermo

All'Impresa Funebre Vinciguerra di Antonino mettiamo al centro della nostra attività una salda filosofia morale, in cui la professionalità rappresenta un valore fondamentale. Pensiamo che un'agenzia di onoranze funebri si contraddistingua per i principi in cui si identifica: 
la nostra lunga tradizione affonda le proprie radici in valori quali il rispetto, sia nei confronti dei defunti sia dei loro cari, purtroppo alle prese con una fase particolarmente dolorosa della propria esistenza.
Contattaci per richiederci il nostro supporto professionale: siamo reperibili a Palermo 24 ore su 24.

Responsabile dei servizi
Vinciguerra Antonino - H24

+39 331 5970347

Servizi funebri a 360 gradi


L'Impresa Funebre Vinciguerra di Antonino è al tuo fianco con un ventaglio completo di servizi, che potrai richiedere al nostro staff reperibile 24 ore su 24.

Impresa funeraria altamente qualificata


La storia dell'Impresa Funebre Vinciguerra di Antonino inizia nel 1959 grazie all'esperienza di una famiglia di artigiani costruttori di casse funebri.
Da allora l'agenzia di onoranze funebri di Palermo si è specializzata in numerosi servizi, che gestiamo con professionalità e riservatezza. Ci occupiamo in particolare di:
  • Pratiche cimiteriali
  • Vestizione e preparazione della salma
  • Cremazioni, tumulazioni e inumazioni
  • Trasferimenti della salma sia in cimiteri di Palermo che esterni al comune con mezzi propri
  • Stampa di biglietti di ringraziamento
  • Foto luttini e foto ceramiche
  • Monumenti cimiteriali e lastre per colombari
  • Addobbi funebri
Garantiamo sempre la massima qualità al miglior prezzo, anche per merito delle ottime attrezzature in dotazione alla nostra agenzia.

Blog

Il Blog dell’Agenzia Funebre Antonino Vinciguerra è uno spazio dedicato alla redazione di articoli

che trattano argomenti inerenti il decesso.

Lo scopo del Blog è quello di

FORNIRE RISPOSTE ALLE DOMANDE PIU’ FREQUENTI, INFORMAZIONI UTILI E SUPPORTO EMOTIVO

in un momento doloroso come quello della perdita di una persona cara.

Autore: antonino vinciguerra 25 settembre 2024
Crisantemo: non solo simbolo della morte ma anche di pace e amore
Autore: antonino vinciguerra 24 settembre 2024
SPESE FUNEBRI DETRAIBILI QUALI SONO?
Autore: antonino vinciguerra 21 novembre 2023
Il Rito del Funerale è un momento di raccoglimento dedicato all’ultimo prezioso saluto al defunto. In ogni paese del mondo vengono elaborati riti con lo scopo di esorcizzare la morte, consentire una nuova vita al defunto e recare conforto alla comunità. Uno di questi, decisamente in uso nei paesi anglosassoni, è quello di allestire e consumare banchetti in onore dei defunti durante il commiato. Le origini del rinfresco Il rinfresco funebre ha origini lontane che risalgono all’antica Roma. In questo periodo storico il culto dei morti era molto sentito e al defunto venivano dedicate cure e attenzioni simbolo di rispetto, legame e affetto costante. Il rito funebre era suddiviso in due significativi momenti: il funus il refrigeria . Il funus comprendeva tutte le operazioni necessarie ad accompagnare il defunto nell’aldilà, quindi la preparazione della salma, la vestizione, l’esposizione, il corteo fatto di canti e preghiere fino a raggiungere il momento del saluto, ossia quello dell’inumazione. Al termine del funus veniva all’allestito banchetto, il cosidetto refrigeria. Il pasto funebre era celebrato da parenti ed amici presso la tomba del defunto, che diveniva così un invitato invisibile il cui compito era quello di rappresentare un elemento aggregante per rinsaldare i vincoli della solidarietà e della concordia familiare. Tali convivi con il tempo persero il loro significato e si trasformarono in un mezzo per ostentare ricchezza e lusso da parte delle famiglie più abbienti, tanto che nel V secolo d.C. la Chiesa ufficiale decise di abolire ogni forma di rinfresco funebre. Paesi Anglosassoni e Italia Nei paesi Anglosassoni il funerale è visto come un’occasione per socializzare “festeggiando” il passaggio del defunto ad una vita diversa. I familiari più stretti mettono a disposizione di coloro che sono intervenuti al funerale un rinfresco accompagnato da un sottofondo musicale per intrattenere gli ospiti. In questo momento i partecipanti chiacchierano, ricordando i momenti più belli della vita del defunto in un’atmosfera calda e familiare. È inoltre usanza che, al termine del rinfresco, vengano raccolte delle somme in denaro che verranno devolute ad associazioni benefiche. In Italia, al contrario, il rito funebre è caratterizzato da una cerimonia sobria e discreta, in cui i parenti e gli amici del defunto si stringono nel dolore più profondo. Per questo l’usanza del rinfresco funebre non è sempre vista di buon occhio, anzi è considerata un’abitudine di cattivo gusto che mostra una mancanza di rispetto nei confronti del deceduto. Tuttavia in alcune regioni si segue ancora la tradizione secondo la quale in casa di chi è in lutto non è possibile cucinare per i tre o cinque giorni successivi al triste evento. Tutti coloro che sono legati da un profondo affetto e stima con il defunto e la sua famiglia, in segno di alleanza e comunione, nei giorni successi al decesso nutrono i familiari con pietanze tipiche, organizzandosi in turni per la consegna del cibo.
Autore: antonino vinciguerra 20 novembre 2023
Quando ci lascia un nostro caro, le ultime cose alle quale vorremmo pensare sono le incombenze di ordine burocratico. Purtroppo però, siamo costretti a farlo ed è meglio essere preparati per sbrigare le pratiche col minor impegno possibile e dedicarci al nostro dolore. Ecco perché dovresti sapere bene che cos’è la tassa di successione e come muoverti in caso di bisogno. Che cos’è la tassa di successione La tassa di successione è un’imposta che si è tenuti a pagare sui beni che si ricevono in eredità. Non fa differenza che il passaggio di beni immobili o diritti reali immobiliari avvenga a seguito di testamento olografo, stipulato di fronte al notaio o segreto. Ora che abbiamo chiarito che cos’è la tassa di successione, vanno comprese le incombenze a carico del destinatario dell’eredità. Quest’ultimo deve infatti presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate della circoscrizione del defunto, entro 12 mesi dal momento di apertura della pratica di successione stessa. Nello specifico, sono tenuti a presentare tale dichiarazione: • i chiamati all’eredità ed i legatari • gli amministratori dell’eredità • gli esecutori testamentari In caso di rinuncia all’eredità, va da sé che non vi è alcun obbligo da espletare. Non bisogna altresì presentare la dichiarazione se: • i destinatari dell’eredità sono i coniugi ed i parenti in linea retta del defunto • l’eredità non ha un valore complessivo superiore ai 100.000 € • l’eredità non comprende beni immobili o diritti reali immobiliari Importi e scadenze Potrebbe non essere sufficiente sapere che cos’è la tassa di successione. Andiamo dunque ad approfondire altri aspetti importanti quali gli importi e le scadenze da ottemperare. Di definire le aliquote si occupa il Decreto Legge n.262 del 2006 e nello specifico, l’articolo 2 al comma 48. Senza entrare nello specifico delle casistiche, per le quali ti consigliamo di contattare un commercialista che possa seguirti e guidarti in un dedalo piuttosto intricato, possiamo anticiparti che le percentuali da versare al Fisco variano dall’4 all’8% del totale del valore dei trasferimenti. Sono inoltre previste delle franchigie da applicare in casi particolari. Per quanto riguarda invece le scadenze, il pagamento della tassa di successione deve essere effettuato entro 60 giorni dall’avviso di liquidazione dell’eredità. È possibile anche pagarla a rate, ma il 20% del totale deve essere corrisposto entro i 60 giorni di cui sopra ed il restante importo va regolato in massimo 8 rate (o 12 in caso di ammontare superiore ai 20.000 €).
Candele e lumini votivi per i defunti: perchè li utilizziamo?
Autore: antonino vinciguerra 20 novembre 2023
Sempre presenti sulle tombe dei nostri cari, le candele e i lumini votivi sono schegge di luce che rischiarano la notte buia dei cimiteri ed accompagnano i nostri cari defunti verso la pace; ma perché li utilizziamo? Prima di raccontarvi le abitudini italiane, facciamo un viaggio in Europa per scoprire gli usi e le tradizioni legate all’utilizzo dei lumini votivi. L’Europa e l’usanza dei lumini votivi Entriamo nel mondo delle tradizioni legate ai ceri dedicati ai defunti e conosciamo da vicino le usanze che contraddistinguono alcune nazioni europee. Ognuna ha un proprio percorso, una storia e un insieme di memorie e leggende legate all’utilizzo dei lumini votivi. Francia La tradizione vuole che i lumini votivi da utilizzare siano quelli benedetti il giorno della Candelora La fiamma non deve mai essere spenta con le dita, altrimenti si rischia di bruciare le ali dell’anima del defunto. Romania Si utilizzano candele composte di cera d’api che vengono denominate “toiag” ovvero bastone. Le Toiag serviranno al defunto come punto di sostegno e come arma durante il suo viaggio nell’aldilà. Al momento della morte vengono prese le misure del corpo con un filo di canapa o di cotone, cosparso di cera pura. La Toiag così realizzata verrà posta sulla tomba, dove per quaranta giorni, una donna, legata al defunto da profondo affetto, ne brucerà un pezzo. Alla fine dei quaranta giorni verrà bruciato ciò che rimane e così facendo, secondo la credenza popolare, il caro estinto si trasformerà in luce. Germania Il lumino votivo viene acceso in suffragio del defunto il giorno della morte e solo quando è del tutto consumato il defunto avrà raggiunto la sua ultima dimora e trovato la pace eterna. Altra credenza popolare in Germania era quella di illuminare la stanza del defunto con le candele votive in modo da evitare che i topi possano aggredire gli occhi del defunto. Spagna In Spagna, la tradizione è molto simile a quella della Germania e della Romania: non parliamo di lumini votivi ma di ceri che fungono da accompagnamento per il viaggio del defunto. Qui le candele devono essere tenute accese per un intero anno ed i parenti hanno il preciso compito di vegliare affinchè non si spengano. Cosa succede in Italia I lumini votivi sono sempre presenti nei luoghi di sepoltura, in special modo nel periodo di novembre, mese dedicato ai morti. Sono utilizzati per testimoniare la nostra vicinanza al defunto e per guidarlo verso la strada della salvezza. Nella maggior parte dei casi, l’accensione dei lumini votivi è accompagnata da una preghiera e diventa un gesto di affetto per chi non è più presente nella nostra vita terrena. L’usanza di accendere una luce accanto ai sepolcri per la religione cristiana ha a un significato particolare: indica che il defunto è vissuto nella luce della fede e, come recita l’Eterno riposo, si invoca, che su di lui splenda la «luce perpetua», la luce di Dio. Lumini votivi tra passato e futuro Con l’avvento dell’elettricità nei nostri cimiteri è invalso l’uso di una piccola fiammella perpetua di certo molto più pratica e sicura. I ceri si sciolgono abbastanza velocemente e, talvolta la cera può colare sulla lapide danneggiandola o, sui fiori secchi provocandone la combustione. Per evitare di incorrere in tali problematiche e ridurre anche l’inquinamento, si può optare per l’utilizzo di lumini elettrici. L’effetto sarà di certo meno impattante, ma la funzione di dare luce al defunto sarà assolta. Vi ricordiamo che ne esistono di svariate tipologie: a pile, led, candele elettriche e tutti hanno una durata che supera quella dei lumini votivi e non richiedono alcuna manutenzione.
Autore: antonino vinciguerra 15 novembre 2023
Se per molti anni la Chiesa cattolica ha impedito la cremazione, oggi questa disposizione non esiste più. Nell’antichità, erano molte le ideologie anticristiane che proponevano la cremazione ed è soltanto per questo motivo che la chiesa condannava non tanto la cremazione, quanto le ideologie che vi stavano dietro. I non cristiani, infatti, non credevano nella resurrezione del corpo e nella vita dopo la morte. Gli antichi romani, che erano pagani in quanto adoravano diversi dei, incenerivano i corpi e si prendevano gioco dei cristiani che invece credevano nell’immortalità dell’anima. In realtà, in tempi di pestilenze o guerre, in tutte quelle circostanze in cui la sepoltura dei corpi poteva essere un problema, la chiesa non si è mai opposta alla cremazione e comunque non è mai stato affermato che la cremazione non sia compatibile con l’immortalità dell’anima. Fatto sta che in occidente, proprio per motivi religiosi, la sepoltura per tumulazione o inumazione sono sempre state le modalità preferite e solo di recente la cremazione ha cominciato ad essere una scelta sempre più diffusa. La cremazione e l’ateismo L’idea che la scelta della cremazione riguardi soltanto gli atei risale ai tempi dell’illuminismo, quando la cremazione divenne il simbolo con cui si distinguevano i credenti dai non credenti, in una sorta di protesta contro la chiesa e il pensiero religioso, utilizzata come strumento per manifestare espressamente disapprovazione nei confronti della religione. Fu per questo motivo che il Sant’Uffizio fu costretto a condannare la cremazione, non tanto per l’azione fisica compiuta di bruciare il corpo, ma per quello che questo gesto rappresentava. Nel 1963 la Santa Sede si pronunciò di nuovo a favore della pratica della cremazione, ma soltanto a patto che non fosse utilizzata per manifestare odio contro la fede cattolica. La Chiesa cattolica accetta la cremazione oggi? Sì, la Chiesa Cattolica reputa che la cremazione una forma di sepoltura dignitosa e rispettosa del defunto tanto quanto la sepoltura della salma, in quanto il fuoco non fa altro che il lavoro che spetterebbe alla natura nel corso degli anni, con l’unica differenza che lo fa in molto meno tempo. Anche rispetto alla resurrezione dei corpi non c’è niente che impedisca alla potenza divina di resuscitare un corpo ridotto in polvere o in cenere, in ogni caso infatti si tratterà di un ritorno a una nuova vita. La dispersione delle ceneri Mentre la chiesa cattolica non pone alcun veto sulla cremazione, è invece molto critica rispetto alla dispersione delle ceneri che invece è consentita dalle leggi civili. Il pericolo che la Chiesa riscontra in questa pratica è che possano crearsi nuove teorie religione di panteismo, di fusioni cosmiche o altre teorie che non hanno niente a che vedere con il cristianesimo. Oltre al fatto che, tenere le ceneri di qualcuno in un luogo che non sia un cimitero, potrebbe generare fenomeni di devozione non autorizzati. A questo proposito quindi la chiesa suggerisce di riporre comunque l’urna cineraria al cimitero in modo da consentire l’espressione della devozione per i defunti nel modo da essa ritenuto più giusto. Le tombe, infatti, nella concezione religiosa cattolica, non hanno il solo scopo di conservare la salma ma rappresentano uno strumento di ricordo, di trasmissione della memoria, che rafforza il nostro legame con i parenti i gli amici cari che non ci sono più.
Autore: antonino vinciguerra 15 novembre 2023
Il medico Necroscopo è il medico incaricato dall’Asl per certificare il decesso di una persona ed ha il compito di accertare la morte, redigendo l’apposito certificato previsto dal citato art.141. La visita del medico Necroscopo deve sempre essere effettuato non prima di 15 h. dal decesso, salvo i casi previsti dagl’art.8, 9 e 10, e comunque non dopo le 30 ore.
Autore: antonino vinciguerra 15 novembre 2023
La vestizione della salma è il momento in cui i familiari, o gli addetti delle pompe funebri, si preoccupano di ricomporre e preparare il corpo del defunto per l’ultimo incontro con parenti e amici che andranno alla veglia funebre. Lo scopo di questa pratica è dare dignità al defunto e consentire a chi lo vedrà di conservare un buon ricordo di lui. Si tratta di un momento molto intimo, a volte doloroso, che però è l’ultimo atto di amore per la persona che non c’è più. La vestizione di un defunto può essere effettuata dai familiari ma in molti casi è necessario affidarsi al personale specializzato ed esperto che possa aiutare la famiglia a preparare la salma nel modo giusto. 1. Scegliere il vestito migliore La scelta dell’abito migliore non significa che ci siano regole per selezionare un abito da far indossare al defunto. Ogni famiglia può scegliere serenamente quale tipo di abiti utilizzare e quali eventuali accessori inserire all’interno della bara e nella camera ardente. Se di questa operazione si occupa l’agenzia funebre, saprà rispettare i desideri e le indicazioni della famiglia sia che avvenga all’obitorio sia che avvenga in casa o in qualunque altro luogo si ritenga consono alla preparazione della salma. 2. Sapere come muoversi Se la vestizione avviene a poco tempo dal decesso, è ancora semplice infilare i vestiti alla salma. Se è trascorso più tempo, potrebbe essere necessaria un po’ di prestanza fisica in più per gestire un corpo che adesso sarà completamente immobile. È anche per questo motivo che è utile rivolgersi a un’agenzia funebre perché i suoi addetti sono in grado di operare la vestizione senza movimenti bruschi. 3. La tanatoprassi La tanatoprassi è quel processo che ha lo scopo di conservare una salma. Per evitare che nelle ore successive alla morte un corpo possa subire troppe trasformazioni, il tanatoprattore inserisce un liquido conservante nel corpo, che mantiene integra la salma per qualche giorno. La tanatoprassi non ha nulla a che vedere con la tecnica di imbalsamazione di una salma, ma ha soltanto lo scopo di preservare al meglio un corpo per un tempo limitato in modo da permettere ad amici e familiari di vedere il defunto in buone condizioni. 4. La tanatoestetica La tanatoestica è quel processo che ha lo scopo di rendere il più presentabile possibile il defunto agli occhi dei parenti, cercando di coprire al meglio eventuali segni lasciati dalla malattia o da traumi. Si inizia da una pulizia accurata del corpo e dei capelli, poi si procede se necessario con la rasatura della barba e poi si passa al camouflage che consiste nell’abbellire il viso e le mani del defunto, utilizzando prodotti specifici. Solo alla fine si passa alla vestizione della salma. 5. Seguire i propri desideri Nella scelta degli abiti da far indossare a un defunto non esistono regole. Un abito elegante, magari già indossato, oppure qualcosa di nuovo e di acquistato per il momento della composizione della salma: ognuno potrà scegliere come preferisce. Anche rispetto alla tipologia di abiti non esiste alcuna regola. Si possono scegliere abiti casual o sportivi, eleganti, da cerimonia, capi d’abbigliamento a cui il defunto era particolarmente affezionato.

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